Quando Leo Fender iniziò a produrre le prime chitarre elettriche solid-body, suscitò nell’ambiente dei musicisti e dei produttori di strumenti musicali non poche perplessità: in particolare i liutai insorsero dicendo che chiunque in possesso di una sega a nastro ed un trapano a colonna adesso poteva costruirsi una chitarra. In sè l’osservazione non era del tutto campata per aria, ma la previsione si rivelò comunque sbagliata.
In realtà – seppure la fabbricazione di una chitarra elettrica si basa su dei concetti estremamente semplici – le fasi di progettazione e realizzazione non lo sono affatto, a causa di un concerto di fattori incredibilmente diversi.
Non solo: se la letteratura esistente in materia di liuteria classica è poca, in massima parte contraddittoria rispetto alle metodologie da seguire, che ricalcano scuole di pensiero spesso in antitesi le une con le altre e – soprattutto – piuttosto antica e non più (o raramente) applicabile agli strumenti moderni, quella relativa agli strumenti elettrici è in pratica del tutto assente.
Esistono – è vero – una vasta serie di libelli e metodi (corredati di videocassette, DVD e quant’altro) a cura di vari liutai americani, che tuttavia sono a mio giudizio manualetti ad uso di hobbisti che lasciano inevase una serie enorme di domande e che, nella maggior parte dei casi, sono superficiali e (volutamente?) incompleti. Mentre ciò che è reperibile su Internet è quanto mai frammentario e spesso necessita di essere adeguatamente “decrittato”. E questo a tutto danno di chi volesse seriamente intraprendere la professione di costruttore di chitarre.
Il mio proposito, invece, è quello di mettere a disposizione di chi vorrà fare della liuteria il proprio mestiere la mia esperienza, mediata attraverso una sintesi operata negli anni, di tutto ciò che ho potuto reperire in termini di documenti antichi specificatamente dedicati alla costruzione di una chitarra, ma anche delle conoscenze acquisite in materie quali la fisica (statica, dinamica, acustica, meccanica, elettronica), la chimica (applicata ai vari prodotti per le rifiniture, ma non solo), la botanica, eccetera.
In sostanza, ritenendo che le fasi costruttive di per se stesse siano una mera questione di acquisizione di manualità attraverso tentativi diretti, ho preferito – accanto alla spiegazione teorica dei processi di realizzazione dello strumento – fornire una serie di informazioni attinenti ad altri campi (ma utili ed applicabili alla liuteria) altrimenti impossibili a trovarsi o quantomeno spalmati in una quantità talmente vasta di diverse pubblicazioni (alcune vecchie di secoli) relative alle materie più disparate da necessitare – appunto – di anni (nonchè della conoscenza di almeno tre lingue) per poter operare dei sunti ricapitolativi appena sufficienti.
Ho però dovuto – a causa della vastità degli argomenti che venivano toccati – dividere il mio lavoro in due diverse opere: l’una, questa, che tratta specificatamente e profondamente gli aspetti legati allo strumento in quanto oggetto ligneo, con alcuni capitoli dedicati alla sua elettrificazione affrontati in modo da essere sufficientemente completi ma certamente non esaustivi, ed un altro, unicamente dedicato all’elettronica applicata alla chitarra in cui “si dà per scontato” quanto spiegato in questo libro, ed in cui si focalizza l’attenzione solo e soltanto sui problemi connessi al processo di amplificazione.
È quindi vero che ognuno dei due volumi “vive una sua vita” totalmente indipendente, ma è altrettanto innegabile che essi sono fra loro “parenti stretti”, e che l’uno, in qualche modo, “ha bisogno dell’altro” per completarsi!